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Inutile dire che Patrick McGoohan ebbe non poche difficoltà a convincere il produttore Lew Grade della bontà della sua idea, ma con qualche compromesso (pochi per la verità), riuscì a cominciare le riprese. Da 7 gli episodi divennero 17 (pochi per una vera serie tv, ma abbastanza per convincere le tv a trasmetterlo) ed è chiaro che alcuni (una decina?) si possono considerare degli episodi tampone, non inutili o brutti, ma di sicuro minor valore.

Ma perchè questa serie ha suscitato tanto scalpore, continuando a far discutere di sè?
Siamo nel 1967. La contestazione aperta al potere politico, ad una società oppressiva, una nuova coscienza sociale... Tutto ciò è in movimento ma, come accade tutt'ora, non'era parte della cultura ufficiale ed istituzionalizzata.
La tv è il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza e la messa in onda di una serie come "The Prisoner" che parla apertamente di controllo delle masse, spersonalizzazione dell'individuo, gestione delle informazioni personali, complotti di stato, utilizzo di droghe, torture psicologiche... Deve aver creato qualche grattacapo a chi, nei palazzi di potere, ha capito qualcosa della serie.